• giovedì , 25 aprile 2024

Test antidroga nella medicina del lavoro: informazioni utili

Non tutti sanno che la legge prevede l’obbligo, per alcune categorie di lavoratori, di sottoporsi a periodici test antidroga per la medicina del lavoro.

Naturalmente, accanto all’obbligo del lavoratore, sorge un analogo obbligo del datore di lavoro di mettere in atto gli opportuni controlli; chi è negligente può subire sanzioni. Vediamo di fare un po’ chiarezza con questo articolo.

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Chi deve fare il test antidroga

Scatta l’obbligo di test antidroga per tutti quei lavoratori impegnati nelle attività che comportano l’utilizzo di qualunque sostanza pericolosa.

Per fare un esempio, rientrano nella categoria di sostanze pericolose gas tossici, fuochi artificiali, elementi infiammabili o esplosivi.
Esiste altresì l’obbligo per chi lavora in impianti nucleari; nel settore medico, pubblico o privato, nel caso di interventi invasivi col rischio di ferite; per impieghi che comportino la dotazione di armi; per la maggior parte delle attività di trasporto. Per trasporto, oltre agli autisti di mezzi di sostanze pericolose, ci sono gli addetti alla guida di macchine di movimentazione terra o ai pannelli di controllo del movimento, coloro che operano nei settori ferroviario, marittimo, piloti aeronautici e controllori di volo. L’elenco non è finito qui, ci sono poi gli occupati nell’edilizia e costruzioni in quota superiore ai 2 metri; gli addetti in miniere o cave.

Quale è la soglia della positività ai controlli antidroga

La legge stabilisce concentrazioni soglia di sostanze stupefacenti o psicotrope, presenti in ciascun campione di saliva del lavoratore che sia stato prelevato durante i test antidroga per la medicina del lavoro. In particolare, per MDMA (ecstasy), MDA, MDEA, MBDB si tratta di 50 nanogrammi/millilitro; per oppiacei, morfina, codeina, idrocodone e ossicodone, amfetamina e metamfetamina, metadone, 40 ng/ml; per cocaina, benzoilecgonina si scende a 30 ng/ml; per la marijuana (cannabinoidi contenenti THC) è 25 ng/ml; per l’eroina 4 ng/ml.

Cosa deve fare il datore di lavoro

Il datore di lavoro che opera in uno dei settori in cui vi è l’obbligo di test antidroga, di concerto con gli operatori della Medicina del lavoro, deve presentare una serie di divieti.

Per esempio relativamente alla somministrazione di alcolici e all’assunzione di sostanze stupefacenti durante l’orario di lavoro, verificando che la norma sia rispettata. Oltre a ciò, deve fare in modo che il medico competente possa effettuare i controlli sanitari d’igiene e i test antidroga imposti dalla normativa.
Tutto ciò ancora non basta, perché nel caso in cui l’attività non rientri tra quelle con obbligo, ma il DVR (documento di valutazione del rischio) evidenzi possibilità di rischi specifici , allora il datore di lavoro deve comunque richiedere un monitoraggio specifico alle ASL/ATS. Nel caso concreto in cui i propri dipendenti manifestino comportamenti riferibili all’abuso di sostanze, deve ordinare le opportune verifiche al medico competente; inoltre è vietato l’accesso al lavoro a coloro i cui test dovessero dare risultato positivo oltre la soglia di tolleranza prevista per legge.

L’obbligo del datore di lavoro si estende anche alla formazione dei lavoratori; nell’organizzazione dei corsi di aggiornamento vanno previste attività specifiche riguardanti i rischi dell’assunzione di alcool o droga in relazione all’attività lavorativa e alla tutela della salute.

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